Facciata ventilata pro e contro: la guida
Facciata ventilata pro e contro quali sono? Comprenderlo risulta un imperativo di grande attualità per architetti, ingegneri edili e proprietari di immobili. Questo tipo di rivestimento edilizio infatti presenta una domanda in forte crescita sia per edifici di nuova costruzione che per le ristrutturazioni. L’estetica moderna unita all’efficienza energetica che consente di ottenere sono i vantaggi cardine (ma non gli unici) che spiegano tanto favore; pure non bisogna scordare che l’installazione di una facciata a doppia pelle è un’opera complessa.
Ecco quindi una disamina esaustiva a tema facciata ventilata pro e contro. I fattori analizzati si applicano in linea generale, sia per le facciate in fibrocemento (Approfondimento: “Facciate ventilate in fibrocemento”), che per le facciate in gres, pietra naturale, vetro o altri materiali.
Indice articolo
- 1.Quali sono i vantaggi delle facciate ventilate
- 2.Facciate ventilate isolamento termico
- 3.Facciate ventilate isolamento acustico
- 4.Manutenzione delle facciate ventilate
- 5.Quali sono gli svantaggi delle facciate ventilate
- 6.Facciate ventilate e superbonus 110%
- 7.Pareti ventilate e normativa NZEB
- 8.Parete ventilata o cappotto termico? Il confronto
- 9.Pro e contro delle facciate ventilate: l’importanza del progetto
Quali sono i vantaggi delle facciate ventilate
I grandi vantaggi delle facciate ventilate trovano origine nella particolare struttura di queste chiusure verticali edilizie. Anche definiti facciate a doppia pelle, tali rivestimenti sono costituiti da diversi elementi o strati. Partendo dall’interno troviamo un muro perimetrale che circoscrive l’edificio (e che può essere antecedente all’installazione del sistema ventilato), cui segue uno strato di materiale isolante che lo riveste sul lato esterno. Questo delimita il lato nascosto di un’intercapedine di ampiezza variabile (si parte da qualche centimetro per arrivare ad alcune decine, di solito).
La camera d’aria è l’elemento più saliente per quanto riguarda la facciata ventilata pro e contro. Essa è attraversata dalla struttura portante della parete esterna, che può essere di vario tipo, ad esempio a montanti e traversi. Poi c’è la parete medesima, che è modulare e realizzata a secco. I materiali impiegati per la sua realizzazione possono essere anch’essi dotati di proprietà termoisolanti più o meno pronunciate. La giunzione fra le 2 pelli avviene tramite l’ancoraggio meccanico summenzionato a montanti e/o traversi. Completano il manufatto edilizio vari elementi accessori, come le griglie superiore ed inferiore che chiudono le bocche di aereazione impedendo l’ingresso di piccoli animali nella camera d’aria.
Nel valutare la facciata ventilata pro e contro vale la pena considerare che oltre a questi componenti canonici si possono associare diversi interessanti optional. Fra gli altri spiccano le alette frangisole, la doppia intercapedine, l’uso di materiali ad azione anti-inquinante per il paramento esterno, etc.
I vantaggi delle facciate ventilate così realizzate sono riassumibili nei seguenti punti:
- isolamento termico e risparmio energetico: garantito dalla presenza dell’intercapedine fra la parete ventilata esterna e il muro nonché dallo strato isolante interno;
- isolamento acustico: particolarmente pronunciato con l’utilizzo di lane minerali o sughero per il cappotto;
- riduzione dell’umidità grazie ai flussi d’aria che impediscono il ristagno di condensa;
- manutenzione semplice e a costo contenuto: la composizione modulare e la facilità di pulizia rappresentano 2 punti di forza delle pareti ventilate;
- impatto visivo e/o riqualificazione estetica. Tale fattore assume rilievo particolare quando l’edificio è in ristrutturazione e presenta una facciata originaria anonima o con segni di degrado;
- incremento di valore dell’edificio: sia a merito dell’efficientamento energetico che del fattore decoro. Vale la pena sottolineare che nel tempo l’importanza economica dell’involucro perimetrale è aumentata, fino a costituire oggi il 20% o più del valore dell’immobile;
- protezione dell’edificio, sia per la barriera fisica rappresentata dal paramento esterno che per l’eventuale impiego di pannelli ignifughi e/o antisfondamento;
- adattabilità a contesti architettonici eterogenei, dalle case unifamiliari a costruzioni di grandi dimensioni come grattacieli o centri commerciali;
- agevolano il raggiungimento dell’obiettivo NZEB fissato dalla normativa edilizia attualmente in vigore.
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Facciate ventilate isolamento termico
La grande innovazione che si traduce con facciate ventilate isolamento termico in realtà ha come base una proprietà fisica conosciuta da tempo: l’effetto camino. Questo ha luogo nell’intercapedine fra le 2 pelli e porta alla formazione di correnti costanti, dovute alla differenza di temperatura e pressione fra aria interna ed esterna alla camera d’aria.
In pratica d’estate l’intensa irradiazione fa sì che l’aria si scaldi e si espanda, diventando più leggera e finendo così per essere convogliata verso la bocchetta superiore: ecco in tal modo evitata l’afa negli ambienti interni dell’edificio. L’effetto è acuito quando il sistema a doppia pelle integra soluzioni come lastre di materiale schermante che riducono l’irraggiamento.
L’isolamento termico ovviamente, nella valutazione della facciata ventilata pro e contro, fa pendere nettamente la bilancia a favore dei pro.
Una scelta adeguata dei componenti e un’installazione a regola d’arte infine minimizzano efficacemente i ponti termici. Questi tendono a formarsi nei punti di giunzione fra materiali diversi, in particolare se uno dei 2 è un metallo (l’alluminio per esempio) o comunque nelle aree dove si manifesta una differenza di temperatura fra le componenti che vi s’incontrano. Il risultato è un’indesiderata dispersione di calore che rappresenta una delle maggiori criticità delle costruzioni sul versante energetico .
Ma nelle facciate ventilate l’isolamento termico si accompagna a un’importante riduzione di questo fenomeno per via dell’omogeneità strutturale e delll’impiego di materiali che tagliano i ponti termici nei punti di giunzione (in pratica anche la distribuzione del calore è più uniforme).
Ancora, fra i vantaggi della facciata ventilata merita un posto d’onore la riduzione della condensa. Un alto tasso d’umidità è notoriamente portatore di varie conseguenze avverse. Il principale è il disagio fisico per gli occupanti dell’edificio, con ridotta tolleranza alle alte e basse temperature ed eventuale acuirsi di sintomatologie artritiche, respiratorie e cardiache. Ma non solo: la condensa e la concomitante formazione di muffe provocano un degrado accelerato dell’edificio. L’Italia per le sue caratteristiche geografiche e climatiche subisce in forte misura il problema dell’umidità negli edifici, con poche aree risparmiate. Per fortuna i moti convettivi che originano nella camera d’aria della facciata ventilata favoriscono l’evaporazione dell’umidità in eccesso e l’instaurarsi di un microclima sfavorevole all’attecchimento delle muffe.
LINK DI APPROFONDIMENTO
La scelta dei sistemi di isolamento termico per facciate ventilate
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Facciate ventilate isolamento acustico
Negli ultimi tempi il binomio facciate ventilate isolamento acustico sta assumendo sempre maggiore impatto. L’abbattimento dei rumori esterni o provenienti da vani attigui infatti può incrementare parecchio il benessere degli occupanti, che in effetti in fase di acquisto valutano con sempre maggiore interesse la capacità fonoisolante dell’immobile, che sia di tipo residenziale o commerciale. Anche la normativa edilizia converge in tale direzione, stabilendo con il D.P.C.M. 5/12/1997 un requisito isolante minimo per gli immobili residenziali di 40 dB. Tale valore è allineato o poco superiore anche per edifici adibiti ad usi diversi, con l’eccezione di strutture sanitarie (45 dB) e scuole (48 dB).
Per quanto concerne le facciate ventilate l’isolamento acustico si ottiene tramite 3 fattori:
- pannelli fonoisolanti e fonoimpedenti
- eliminazione dei ponti termici
- sigillatura dei paramenti
I pannelli della parete ventilata esterna devono riflettere e interrompere la trasmissione delle onde sonore per evitare che si propaghino all’interno dell’edificio. Tale risultato si ottiene grazie a materiali come il vetro stratificato o i pannelli sandwich.
Il primo è formato da 2 lastre di vetro accoppiate che nel lato interno presentano uno o più fogli di materiale plastico fonoisolante. La capacità di isolamento acustico della facciata ventilata è proporzionale allo spessore delle lastre e al numero di fogli plastificati.
I pannelli sandwich invece hanno 2 lastre esterne in materiale fonoimpedente (di norma metallo) e uno strato interno solitamente di lana di roccia o poliuretano, dall’elevata capacità fonoassorbente. Possono anche essere collocati sul lato interno della facciata (in effetti è la soluzione più frequente), in sostituzione del normale rivestimento termoisolante che riveste il muro perimetrale.
L’annullamento dei ponti termici è un altro aspetto fondamentale ai fini dell’isolamento acustico delle facciate ventilate. Nei punti in cui si formano infatti si genera una dispersione che non è sola termica, ma riguarda anche le onde sonore. A impedirne la presenza c’è l’omogeneità delle pareti ventilate, accompagnata alla dovuta attenzione all’effetto di tutte le aperture/giunzioni sulla trasmissione del suono, col risultato di risolvere 2 problemi con un’unica soluzione.
In conclusione, le facciate a doppia pelle possono contribuire in misura incisiva alla riduzione dei decibel, ma a condizione di affidarsi a un’azienda d’indiscussa competenza. E qui c’è un dettaglio essenziale da conoscere. Un errore di progettazione potrebbe addirittura innalzare la trasmissione del rumore fra vani adiacenti quando le finestre sono aperte. La ragione è che le onde sonore tenderebbero più facilmente a rimbalzare verso l’interno anziché disperdersi.
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Manutenzione delle facciate ventilate
Nell’esame della facciata ventilata pro e contro non può mancare il calcolo della sua durata e delle spese che si dovranno sostenere per mantenerla in buone condizioni. Le notizie sono positive. Queste chiusure verticali se ben progettate hanno una durata media che arriva a 50 anni, durante i quali le spese per la pulizia e la sostituzione di materiale risultano contenute (posto che il progetto e l’installazione siano a regola d’arte).
La modularità della parete consente infatti interventi di manutenzione poco invasivi e con tempistiche rapide. Per esempio se una lastra mostra segni di usura è sufficiente intervenire in loco, una bella differenza con la ritinteggiatura completa di un muro tradizionale!
La pulizia non risulta impegnativa, vuoi per la superficie planare che agevola le operazioni, vuoi per l’impiego di materiali autopulenti (ad esempio certi gres) o comunque refrattari allo sporco.
La riduzione di umidità è un altro importante fattore che permette di allungare la vita delle pareti, delle tubature, dei cavi, etc.
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Quali sono gli svantaggi delle facciate ventilate
Pochi ma da considerare gli svantaggi delle facciate ventilate. Il merito di questa scarsità va anche alle innovazioni che hanno permesso di risolvere alcuni problemi che potevano capitare con i prototipi. Un esempio può essere la formazione di condensa dovuta a installazioni e/o progettazione inesperte. Oggi, a patto di rivolgerti a professionisti capaci, questo non capita più.
Possiamo quindi affermare che nel calcolo della facciata ventilata pro e contro i potenziali aspetti negativi ammontano soltanto a 4, ossia:
- costo della facciata a doppia pelle. Anche nella versione più basic tra progettazione, materiali e messa in posa occorre calcolare un esborso importante. Negli anni però sommando risparmio energetico, incentivi fiscali e manutenzione poco gravosa l’ammontare speso si ammortizza;
- stravolgimento architettonico dell’aspetto esteriore dell’immobile. E’ uno dei principali vantaggi e svantaggi delle facciate ventilate. In caso di mura perimetrali dall’estetica poco convincente o deteriorate l’installazione della facciata comporta un risanamento estetico, come già sottolineato. Però per edifici dotati di valore storico o personalità architettonica di valore il cambiamento apportato dalla parete ventilata assumerebbe una connotazione negativa, motivando la rinuncia al progetto. Esistono infatti vari contesti in cui la loro adozione è vietata, inclusi i centri storici e le aree soggette a vincoli paesaggistici;
- aumento di volume dell’edificio. L’incremento è variabile e dipende dal tipo di pannelli scelti, il loro spessore e quello dell’intercapedine. In determinati contesti questo fattore può significare l’impossibilità a realizzare la facciata con camera d’aria;
- si rivelano di scarsa utilità per edifici di piccole dimensioni e altezza, perché l’effetto camino è modesto sulle altezze ridotte.
Promemoria importante
Non smetteremo mai di dirlo: non sempre un prezzo contenuto è conveniente o uno elevato è indice di qualità. La serietà, l’esperienza e l’affidabilità della ditta sono le cose più importanti per un risultato eccellente e duraturo.
Le facciate ad alto risparmio energetico e prestigio architettonico ammortizzeranno in fretta il prezzo finale e l’immobile manterrà il suo valore.
A riguardo lasciamo qui sotto un link di approfondimento.
LINK DI APPROFONDIMENTO
Le facciate ventilate in gres e pietra naturale
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Facciate ventilate e superbonus 110%
Il confronto della facciata ventilata pro e contro si arricchisce di elementi nella prima categoria quando l’immobile è già esistente. Negli interventi di ristrutturazione (ma non demolizione e rifacimento) fra i vantaggi e svantaggi assumono infatti un grande rilievo le detrazioni fiscali in vigore. La più interessante è il superbonus 110%: le pareti ventilate sono ammesse a questo sconto sia in caso di nuove installazioni che di sostituzione di facciate ventilate preesistenti. Il motivo è presto detto: si tratta di un intervento classificato come trainante perché compiuto sull’isolamento termico dell’involucro.
Affinché maturi il diritto all’incentivo in questione vanno però rispettati alcuni requisiti, ossia:
- occorre che il risultato complessivo (è possibile l’associazione con un altro intervento trainante) si traduca nel passaggio verso 2 o più classi energetiche superiori (si ricorda che le medesime sono 10, la A4 è la migliore e la G la peggiore);
- l’intervento deve interessare almeno il 25% della superficie disperdente lorda;
- i materiali impiegati per il nuovo involucro edilizio devono soddisfare i CAM (criteri ambientali minimi). In sostanza, esistono veti all’impiego di determinati composti inquinanti;
- le modifiche effettuate devono produrre un calo della trasmittanza termica U relativamente agli elementi opachi coinvolti;
- l’edificio deve essere dotato di un impianto di riscaldamento;
- è indispensabile la certificazione redatta da un professionista abilitato attestante la conformità al Decreto Asseverazioni.
L’ammontare del superbonus è attualmente calcolato al 110% fino al 31 dicembre 2022-2023 (in base al richiedente), al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Il tetto massimo di spesa detraibile ammonta a € 50.000 per immobili unifamiliari, a € 40.000 per ogni unità facente parte di un condominio di 2-8 unità complessive e infine a € 30.000 cadauno per unità di condomini con oltre 8 appartamenti.
Ed ecco chi ne può usufruire:
- persone fisiche (proprietari o affittuari) con la preclusione verso l’esercizio di attività d’impresa e professionali;
- cooperative di abitazione con alloggi assegnati ai soci da parte delle cooperative medesime;
- condomini;
- associazioni onlus;
- istituti autonomi case popolari;
- società sportive dilettantistiche con la limitazione ad interventi riguardanti le aree adibite a spogliatoi.
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Pareti ventilate e normativa NZEB
Oggigiorno grande impulso all’impiego di pareti ventilate atte a formare involucri edilizi a doppia pelle arriva dalla normativa NZEB. Il termine è un acronimo e sta per nearly-zero-energy-building (in italiano si può tradurre con: edifici a impatto energetico vicino allo zero). Spicca in tale ambito il decreto legge 48/2020, che ha reso vincolante l’adesione al criterio NZEB partire dal 1° gennaio 2021. L’obbligo interessa tutti gli immobili pubblici e privati di nuova costruzione e quelli sottoposti a demolizione e riedificazione.
Nell’ambito della valutazione della facciata ventilata pro e contro che detiene va perciò considerato il fatto che rendere sostenibile l’edificio non è solo un vantaggio ma anche un vincolo imprescindibile. La gamma di alternative disponibili contempla diverse soluzioni, però va sottolineato che le pareti ventilate rappresentano un’opzione fra le più praticate. L’efficienza nel garantire il risparmio energetico è infatti notevole. Bisogna poi considerare che la lunga vita della struttura significa che l’immobile costruito oggi potrà reggere la sfida con le soluzioni NZEB a venire, senza perdere valore. Questo avviene anche grazie alla possibilità di inserire alcuni optional che ne aumentino le performance energetiche. Un esempio sono i pannelli fotovoltaici sul perimetro dell’edificio, in aggiunta o sostituzione di quelli a tetto: un vantaggio precluso o comunque meno praticabile per le pareti in muratura.
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Parete ventilata o cappotto termico? Il confronto
Il quesito parete ventilata o cappotto termico? E’ piuttosto comune nell’ambito delle ristrutturazioni edilizie. Le 2 soluzioni mirano a incrementare l’isolamento termico e acustico di un edificio, condividendo il vantaggio dell’accesso all’attuale superbonus (a condizione di soddisfare i requisiti necessari). Anche negli anni futuri è prevedibile che una forma di incentivo rimarrà comunque in vigore, stante la necessità di rendere gli edifici sostenibili.
Ma tra la parete ventilata e il cappotto termico si presenta un’importante differenza: la prima come abbiamo visto possiede al suo interno una camera d’aria, mentre il secondo no. L’installazione del cappotto prevede infatti la messa in posa di pannelli isolanti a contatto con il muro perimetrale esterno oppure con il lato interno. Per salvaguardare integrità ed estetica dell’opera si procede poi con una finitura ad intonaco.
La facciata ventilata e il cappotto termico mostrano quindi pro e contro in parte distinti. La parete con intercapedine si avvantaggia per:
- migliore smaltimento della condensa grazie all’effetto camino (il cappotto termico infatti non è consigliabile su mura soggette a forte umidità);
- risultato architettonico altamente personalizzabile e dal potenziale estetico rilevante (non di rado la facciata ventilata risulta persino più attraente del rivestimento edilizio che nasconde);
- possibilità di regolare l’illuminazione dell’edificio: in presenza di forte irraggiamento si può optare per una facciata continua a cellule con vetri selettivi, mentre le vetrate trasparenti si adattano a condizioni di luminosità medio-bassa;
- incremento della sostenibilità energetica delle pareti ventilate optando per l’utilizzo integrale o parziale di pannelli fotovoltaici, alette frangisole, etc;
- la modularità di questa tipologia di facciata fa sì che la sostituzione di un singolo elemento danneggiato sia semplice e poco invasiva;
- protezione del muro perimetrale.
Il cappotto termico prevale invece per i seguenti aspetti:
- realizzazione possibile sia all’esterno che all’interno dell’immobile, anche limitata a una singola unità abitativa o a un vano;
- costo totale progetto+materiale+messa in posa inferiore;
- minore aumento di volume della facciata sulla quale viene innalzato;
- adatto anche per immobili di modeste proporzioni.
Da sottolineare infine la necessità che a realizzare parete ventilata o cappotto termico sia un’azienda dotata della necessaria professionalità e competenza. Il progetto e l’installazione in ambo i casi presentano complessità e variabili che vanno valutate con la necessaria perizia. Il rischio, nel tentativo di risparmiare, sarebbe di vedere sfumare i benefici desiderati o addirittura peggiorare la condizione preesistente.
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Pro e contro delle facciate ventilate: l’importanza del progetto
Un’altra cosa importante da sapere relativamente a facciata ventilata pro e contro è che i fattori vanno vagliati situazione per situazione al fine di massimizzare i primi e ridurre i secondi. Ci sono infatti davvero tanti elementi da prendere in considerazione, elementi che concorrono al risultato sperato e che richiedono di fare la scelta giusta fra le soluzioni praticabili. Per esempio:
- a quale muro andrebbe ad ancorarsi (nel caso si tratti di ristrutturazione) e qual è la tecnica più consona per farlo;
- il budget che si è disposti a spendere per ottenere i vantaggi delle facciate ventilate;
- l’impatto visivo, inteso come armonia con lo stile dell’edificio e l’ambiente circostante;
- l’area disponibile intorno all’immobile, in particolare per intercapedini voluminose;
- il clima locale e l’esposizione dell’edificio (include vari dati da esaminare, come irraggiamento, ventosità, grado di umidità del lato che la parete ventilata deve rivestire);
- esigenze più o meno marcate relativamente all’isolamento termico ed acustico, che tengano conto delle caratteristiche dell’immobile e dell’ambiente circostante (tipicamente in città e in caso di condomini è più difficile raggiungere un grado di isolamento acustico adeguato);
- le tempistiche d’intervento;
- i requisiti di accesso a detrazioni fiscali (per le ristrutturazioni);
- la sussistenza di vincoli di varia natura, ad esempio paesaggistici o strutturali;
- i materiali più idonei per garantire il rispetto dei risultati, del budget e dei gusti del commissionante. Le scelte più comuni includono il gres, il fibrocemento e le lastre di vetro (Approfondimento: “Facciate continue a cellule”).
Tutti fattori che vanno esaminate assieme a un professionista specializzato, che sappia farne una somma accurata e proporre le migliori alternative per massimizzare i vantaggi della facciata ventilata da installare. Farsi prendere dall’entusiasmo e commissionare il lavoro di progettazione e installazione a chi promette prezzi stracciati o risultati irrealistici potrebbe costare molto caro. Verifica sempre la competenza dell’azienda che contatti!
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